Una rappresentanza dell'Istituto “Fortunio Liceti” di Rapallo al Parlamento Europeo

Bruxelles, 9 marzo 2023.

Insieme a circa 300 tra studentesse e studenti provenienti da scuole di  tutta Europa, Federico Pizzorno della classe 4^ CAT e Leonardo Martini della 4^ ALS,  hanno preso parte agli eventi organizzati dal “Comitato 3 ottobre” presso il Parlamento Europeo di Bruxelles.

La partecipazione alla giornata di approfondimento e studio è una delle attività prevista dal Progetto “Storie Sconfinate” (https://storiesconfinate.org/; https://www.facebook.com/storiesconfinate) che coinvolge - oltre al Liceti e ai docenti Maura Lanza, Francesco Robbiano e Tiziana Torre -  l'Istituto “Sauro - Capellini” di La Spezia con le docenti Chiara Milano, Stefania Pirroni, Lorena Caselli e Francesca Ferrari.

 "Storie Sconfinate" quest’anno è giunto alla sua seconda edizione: si tratta di un piano che ha come obiettivo l’ampliamento dello sguardo sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione, della memoria e dell’accoglienza; la sensibilizzazione e la riflessione sul fenomeno della migrazione, partendo dalla consapevolezza che  la condizione di migrante appartiene, è appartenuta e potrebbe appartenere ad ognuno di noi. 

Giovedì 9 marzo, in Place du Luxembourg, davanti alla sede del Parlamento Europeo, sotto una pioggia insistente e fredda, che non ha però scoraggiato i partecipanti, ha preso vita il flash mob organizzato dalle studentesse e dagli studenti del  Liceo Coreutico “G. Marconi” di Pesaro: davanti a loro, che guidavano l’azione cantando e danzando, più di trecento persone hanno seguito i loro suggerimenti, esprimendo il cordoglio per le vittime dei terribili naufragi e chiedendo a gran voce “Basta morti alle frontiere”.

L’emozione di quei momenti è stata mantenuta, se non  amplificata, anche all’interno del Parlamento, dove le relazioni, le testimonianze, le riflessioni e i dibattiti si sono succeduti con grande intensità  ed efficacia.

Tareke Brhane, l’anima del Comitato 3 ottobre e l’organizzatore di questa giornata, ha presenziato e guidato gli interventi di personalità di rilievo, che hanno fatto il punto sulla situazione attuale delle condizioni dei migranti; sull’insensatezza dei criteri esistenti nelle legislazioni di molti Paesi europei che di fatto negano ad alcune categorie di migranti il godimento dei diritti naturali; sull’importanza economica, sociale e culturale rappresentata da questo fenomeno; sulla necessità di sicurezza e legalità da garantire a coloro che devono  lasciare la loro patria; sulle responsabilità dei governi e dell’UE; sulle prospettive e le azioni auspicabili e necessarie.

Le relazioni - talora ottimistiche, talora allarmanti ma sempre circostanziate - hanno offerto un panorama della situazione attuale, così come viene vissuta da chi affronta la traversata del Mediterraneo e come viene affrontata da coloro che agiscono a livello politico nell’UE: Pietro Bartolo, Hans Schoemaker, Desislava Ivanova, Juliana Santos Wahlgren e Fernando Chironda sono stati i principali relatori.

Le testimonianze di Filippo Mannino, sindaco di Lampedusa, e soprattutto quella di Wahid Hasan Yousef, cardiochirurgo curdo siriano, che nel naufragio del 10 ottobre 2013 perse quattro figlie, hanno suscitato le emozioni più forti, perché hanno portato nella Sala Jozsef Antall del Parlamento le parole più crude e più vere, le lacrime e i sospiri ma anche l’energia e la volontà di agire, di continuare a cercare risposte e offrire collaborazione.

La parte conclusiva è stata affidata a giovani di scuole europee - belga, tedesca, francese e italiana -  che hanno fatto il punto su “Missioni navali europee. Luci ed ombre delle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo.” 

La tavola rotonda e il dibattito hanno stimolato ad ulteriori riflessioni.

La partecipazione dei ragazzi del Liceti è stata attenta e intensa, e di grande responsabilità, perché saranno i portavoce, nella nostra scuola e sul nostro territorio, dell'obiettivo su cui attualmente si focalizza l’attività del Comitato 3 ottobre, ossia  

giungere all’identificazione delle vittime dei naufragi: “A oggi, infatti, non c’è un sistema integrato per il conteggio delle morti;  molti di coloro che hanno perso la vita in mare non verranno mai portati a riva o se ci arriveranno probabilmente saranno depositati senza nome e senza funerale in un cimitero in Italia o in Grecia.  E' urgente [...] avviare un progetto di collaborazione europeo affinché venga riconosciuto il diritto all’Identificazione delle migliaia di cadaveri tumulati senza nome nei cimiteri europei.” Con queste parole Tareke Brhane e Fernando Chironda hanno concluso i lavori del 9 marzo: occorre identificare i cadaveri in ossequio alla dignità dei defunti e delle loro famiglie, perché  in assenza di identificazione certa non può essere prodotto il certificato di morte, in assenza del quale, per esempio, a un orfano è negata  la possibilità di essere ricongiunto con i familiari ancora in vita.