Decima Giornata della Memoria e dell’Accoglienza - il Liceti a Lampedusa
La “Giornata della Memoria e dell’accoglienza” si celebra ogni anno per commemorare le 368 persone che, in un tragico naufragio al largo delle coste di Lampedusa, hanno perso la vita nella notte del 3 Ottobre 2013.
Il Comitato 3 Ottobre (www.comitatotreottobre.it) si ispira a questa data simbolica non soltanto per onorare le vittime di quel naufragio, ma per ricordare le migliaia di persone che continuano a morire annegate nel Mar Mediterraneo o restano bloccate ai confini orientali dell’Europa.
Lampedusa, oltre a essere luogo di commemorazione, da allora è il centro di un progetto a cadenza annuale per sviluppare una cultura di solidarietà, accoglienza e dialogo, fondata sul pieno e consapevole rispetto dei diritti umani.
Quest’anno il titolo dell’evento era “A Europe of Rights”, per sottolineare la necessità di diritti e la diffusa indifferenza politica e culturale nei confronti di un fenomeno che è strutturale, inevitabile, necessario, e tutt’altro che emergenziale.
Non a caso l’hashtag più diffuso è stato #10annidindifferenza.
Come è possibile che oggi si verifichino ancora naufragi con centinaia di morti, con rimpalli di responsabilità e promesse che non vengono mantenute?
Come è possibile che la commozione di dieci anni fa si sia trasformata in indifferenza, se non in ostilità verso chi fugge da guerre e persecuzioni?
Dieci anni in cui è successo di tutto e solo una cosa non è cambiata: che ogni giorno nel Mediterraneo qualcuno muore.
Durante i tre giorni a Lampedusa è stata data voce alle persone sopravvissute ai naufragi, a chi fa soccorso in mare, ai parenti dei morti e a chi ha cercato di dare un nome alle salme, a chi si occupa dell’accoglienza.
Il Liceti, anche in seguito alle esperienze di Storie Sconfinate 2022 e 2023, ha sottoscritto l’accordo di Rete “Semi di Lampedusa” tra scuole secondarie di secondo grado e Comitato 3 Ottobre, e considera ormai il viaggio a Lampedusa come un importante appuntamento annuale.
Dopo l’esperienza dell’anno scorso, quest’anno i partecipanti sono stati Silvia Franceschetti di 4SAFM, Sebastiano Petroli di 4GCAT, e Antonio Zonca di 4QSIA, accompagnati dal prof. Francesco Robbiano. Tutti e tre sono stati entusiasti di un’esperienza che, a detta loro, non dimenticheranno mai.
Siamo stati immersi nella varietà e la ricchezza dei workshop, dei seminari, dei laboratori. C’è stato modo di fare domande, esprimere opinioni e partecipare attivamente ai lavori proposti (ecco il programma completo).
Il programma ha previsto anche momenti teatrali e musicali, in cui abbiamo percepito ed espresso una grande energia collettiva.
I momenti più intensi ed emozionanti, però, li abbiamo vissuti durante l’incontro con le persone sopravvissute al naufragio, i parenti delle vittime e i pescatori che hanno salvato o tentato di salvare diverse vite umane in quella tragica notte. Ascoltare il dramma del Mediterraneo raccontato da chi lo ha vissuto sulla propria pelle, senza intermediazioni, è stato toccante, difficile ed emozionante; fondamentale per capire cosa significa davvero migrare per tante persone.
Le parole di Silvia Franceschetti:
“Per me l'esperienza di Lampedusa è stata emozionante e commovente.
Abbiamo conosciuto le persone, abbiamo sentito le testimonianze e le voci di chi non vuole far dimenticare cosa è successo e di chi non ha più ritrovato i propri cari.
Queste voci mi hanno fatto riflettere, mi hanno fatto piangere e mi ha fatto capire di più sui problemi dell'immigrazione. È stata anche un'esperienza di condivisione del lavoro di altri studenti, di confronto tra noi ragazzi, di partecipazione.
Le parole che mi vengono in mente su questa esperienza sono: incontro, confronto, condivisione, amicizia, partecipazione, mare, paura, tristezza, ingiustizia, tolleranza, intolleranza, accoglienza, sole.”
Le parole di Antonio Zonca:
“Grazie all'esperienza vissuta a Lampedusa ho avuto modo di ascoltare testimonianze di persone che hanno vissuto sulla propria pelle le atrocità di un viaggio di speranza e paura allo stesso tempo. Ho percepito nei volti delle persone il terrore del viaggio e ho potuto immaginare la loro gioia al momento dello sbarco.
Questo viaggio mi ha aperto gli occhi sulle storie dei migranti, spesso ignorate o pregiudicate. Le esperienze condivise dai sopravvissuti sono state toccanti e significative, cambiando profondamente il mio pensiero. Penso infatti che sia molto importante diffondere queste storie spesso nascoste.
Grazie alle tavole rotonde e ai workshop organizzati dal comitato 3 ottobre ho potuto approfondire la mia cultura riguardo il tema dell'immigrazione.”
Le parole di Sebastiano Petroli:
“L'esperienza di Lampedusa è stata molto importante, un'esperienza che trasforma, attraverso gli occhi e le testimonianze delle vittime del 3 ottobre 2013 abbiamo visto cosa vuol dire lasciare tutto per iniziare "il viaggio della speranza" alla ricerca di un futuro migliore.
Sicuramente questa esperienza mi ha sensibilizzato e informato sull'argomento e quello che mi porto dietro cercherò il più possibile di trasmetterlo ad amici e parenti. Al solo pensiero che persone come noi perdono la vita, o vedono figli e amici morire davanti ai propri occhi rabbrividisco, e pensare che non riceveranno né una degna sepoltura né una identificazione è terribile.
Ho imparato anche che Lampedusa è un isola bellissima che racchiude degli scorci a dir poco poetici; i lampedusani che ho conosciuto sono persone d'oro con un cuore enorme.
Lampedusa è vita, è la luce calda del tramonto che si fonde con l'azzurro del mare, è un paio di braccia aperte che non smetterà mai di aspettare e non volterà mai le spalle a nessuno.”
Nella notte del 3 Ottobre c’è stato un momento meraviglioso e commovente: alle 3:15, l’ora stimata del naufragio, in una piazzetta di Lampedusa, in mezzo a un silenzio irreale, si sono ricordate tutte le vittime di quella tragica notte, alla presenza dei sopravvissuti che piangevano parenti e amici.
Nella giornata conclusiva, dopo una marcia verso la Porta d’Europa, abbiamo lanciato simbolicamente dei fiori in mare a onorare le vittime.
Questi quattro giorni ci hanno realmente trasformati e non vediamo l’ora di portare un po’ di questa intensità a chi non c’era, attraverso le uniche modalità di cui disponiamo: informarci e raccontare.
Si è ulteriormente consolidato il legame con i docenti e gli alunni dell’Istituto Capellini-Sauro di La Spezia con i quali stiamo già progettando le attività per Storie Sconfinate nell’aprile 2024, sempre in stretta collaborazione con Tareke Brhane, fondatore e presidente del Comitato 3 ottobre.
Ecco un breve video che abbiamo realizzato, con immagini e interviste agli studenti.
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